Come mi sento?
Come stanno le persone a me vicine, le persone a me care?
Ho una preoccupazione? Quale?
Cosa ne è del mio lavoro? Perché sto facendo quello che sto facendo?
In che modo questo momento può diventare un’opportunità?
Cosa voglio davvero aver creato nei prossimi 5 anni, 4 mesi, 2 giorni, 1 ora? E perché?
Quale è l’ostacolo? Quale è il primo passo?
Se lo facessi cosa potrebbe cambiare?
Come faccio la differenza?

Queste sono le domande che ci siamo posti in questi giorni. In che modo possiamo prendere il 100% della nostra responsabilità per quello che vogliamo creare? Qual è il passo che possiamo fare, senza avere la pretesa di risolvere il mondo, che ci consente di portare un contributo nella direzione che vogliamo percorrere?
Queste domande ci hanno portato a mettere in campo una sperimentazione: la facilitazione di un esercizio su una piattaforma digitale. Eravamo in 70, abbiamo lavorato, abbiamo condiviso, ci siamo sostenuti. Molti, anche chi vi scrive, hanno visto il loro nodo: quel granello che ci impedisce di prendere la responsabilità di ciò che vogliamo. Quel granello che trattiene la forza creatrice che c’è in ognuno di noi.

La sperimentazione insieme ci ha dato l’energia, la voglia e l’entusiasmo di tradurre l’essenziale del viaggio di Padronanza Personale in un percorso on line: la proposta è di trovarci dal 30 marzo al 9 aprile, per 11 giorni consecutivi, in plenaria dalle 16.00 alle 19.30 e in piccoli gruppi, dal mattino dopo, dalle 8.30 alle 10.00.

Questo rappresenta il nostro modo di  “fare la differenza”: andare nella direzione in cui vogliamo andare trasformando la nostra credenza che questo lavoro possa essere fatto solo in presenza, e attraversando la paura di non esserne capaci.

È anche il nostro contributo: rendiamo buono il covid 19/coronavirus, utilizziamolo per contribuire alla trasformazione di un mondo che vive in un mindset win-lose non più sostenibile e i disastri all’ecosistema in cui viviamo sono lì a rappresentarcelo. Il mondo a immagine dell’ego, in una lotta di potere, non può sostenere lo sviluppo della realtà in cui vogliamo vivere e se non prendiamo adesso una decisione per noi stessi su quale mindset siamo impegnati a promuovere, il mondo non guarirà nemmeno quando questa emergenza sarà passata.